Missione e Motivazione

La missione

La missione dell'Anvolt è sintetizzata in modo chiaro all'articolo 3 del suo statuto che ne definisce le finalità:

L'associazione intende perseguire esclusivamente finalità di solidarietà sociale e sanitaria, in particolare rivolta a persone con patologie tumorali. Scopo dell'Associazione è lo svolgimento nell'ambito Nazionale ed Internazionale di attività nei seguenti settori: 

  • servizi di assistenza socio-sanitaria intra e extra ospedaliera 
  • attività di sostegno anche economico per le famiglie più disagiate 
  • ricerca scientifica nel campo sanitario e sociale 
  • beneficenza 
  • formazione di operatori sociali 
  • concessione borse di studio
  • organizzazione di incontri, congressi e convegni Nazionali ed Internazionali 
  • coordinamento di attività con Enti e Associazioni, Istituzioni Pubbliche e Private, Nazionali e Internazionali 
  • realizzazione ed edizione di periodici dell'associazione e pubblicazioni varie 
  • organizzazione di iniziative ricreative e culturali per i malati e le loro famiglie
  • organizzazione di un servizio di informazione e di orientamento, a favore della popolazione, per l'accesso alle strutture sanitarie, pubbliche e private
  • svolgere attività di servizio socio-sanitario in favore di ammalati e dei loro familiari, sostegno psicologico e sanitario, promuovendo l'apertura di appositi centri medico-sociali e ambulatoriali; attuare programmi di informazione socio-sanitaria 
  • aggregazione di persone per ammortizzare l'insorgenza di problemi sociali 
  • aiutare le persone con patologie particolari e con problemi occupazionali e in attesa di inserimento nel mondo del lavoro 
  • attività di promozione di tutela dei diritti civili 
  • tutela ambiente in rapporto alla salute.

Motivazione

Le ragioni che spingono dei cittadini ad organizzarsi ed a costituire una associazione di volontariato sono numerose. La motivazione più forte nasce dal bisogno di trovare risposte concrete e rapide ad esigenze che non trovano adeguato soddisfacimento da parte dei servizi pubblici. Nel caso di anvolt, il bisogno che emergeva era quello di garantire ad alcuni malati gli accompagnamenti dal loro domicilio in ospedale per la effettuazione delle attività ambulatoriali. Come per altre associazioni, la conoscenza diretta di questa realtà di sofferenza è avvenuta attraverso l’esperienza personale dei soci fondatori che, in quel periodo, avevano alcuni loro famigliari malati di tumore. Emergeva in quel momento la necessità di garantire a questi malati i periodici accessi agli ambulatori oncologici attivando un servizio coordinato di trasporto che alleviasse i disagi per il malato e il peso organizzativo per le famiglie di provenienza. Perciò i pionieri della nostra associazione organizzarono, in maniera solidaristica e mettendo a disposizione il loro tempo libero, un servizio di trasporto dei malati di tumore dal domicilio all’ospedale.Nello svolgere questa attività vennero a contatto con altri malati e altre famiglie che avevano analoghe esigenze. Nel 1984 fu così costituita la nostra Associazione, si iniziò a reperire fondi attraverso il contributo di privati cittadini, si cominciò a parlare anche di prevenzione… e dopo molti anni tante cose sono state fatte! 

Un’altra motivazione che spinge soprattutto i giovani ad operare nell’ambito del volontariato è la necessità di sentirsi utili per qualcuno in maniera veramente disinteressata. Molti giovani ritengono significativa questa scelta e propongono il loro esempio con coraggio ed orgoglio ad una società che sembra privilegiare l’egoismo, la furbizia e il tornaconto personale a scapito dei valori umani e della coesione sociale.

Nella pratica quotidiana del volontariato tante persone provano importanti gratificazioni aiutando concretamente tanta gente in difficoltà che spesso non trova risposte idonee da istituzioni troppo burocratizzate e da servizi pubblici a volte poco efficienti. Forse è per la distanza dello Stato e per la latitanza di alcuni suoi servizi che il volontariato in Italia ha avuto negli ultimi anni uno sviluppo notevole, superiore a quello riscontratosi nel resto d’Europa.
Anche il legislatore si è interessato della grande realtà del volontariato e da qualche anno è stata promulgata la “Legge quadro del volontariato” che stabilisce le competenze, i limiti e le possibilità di intervento di queste organizzazioni garantendo nel frattempo un certo riconoscimento e dei piccoli finanziamenti.

Infine il tentativo di razionalizzare i servizi pubblici e le difficoltà di bilancio dei suoi organismi centrali e periferici confermano la necessità per lo Stato di avvalersi dell’aiuto del volontariato sia per garantire servizi altrimenti indisponibili sia per ridurne i costi per la collettività.